Nuova scritta “MUNICIPIO” sul portale di ingresso della Villa Casati Stampa di Soncino

Pubblicato il 7 settembre 2023 • Opere

A distanza di 41 anni dal restauro conservativo che ha interessato la Villa Casati in Muggiò, la scritta “MUNICIPIO” sul portale di ingresso appariva oramai deteriorata e parzialmente non leggibile, restituendo un’immagine non decorosa per quella che è la sede istituzionale cittadina.

L’assessorato al Patrimonio Storico di concerto con la Soprintendenza ai Beni Culturali, è intervenuta con il rifacimento della scritta “MUNICIPIO” riproponendo la tecnica della pitturazione su fondo di colore bianco, utilizzando il “carattere arial” in stampato maiuscolo (MUNICIPIO) carattere ingentilito e più leggibile rispetto al precedente, proponendo la colorazione per la scritta che riprende la tonalità del
profilo in mattone che delimita superiormente la scritta.

La tonalità scelta per la scritta restituisce un’immagine elegante e ben inserita nelle linee architettoniche dell’edificio, in tono cromatico anche con quello delle persiane recentemente restaurate.

 

UN PO’ DI STORIA
VILLA CASATI STAMPA DI SONCINO (XVIII sec.)
PORTALE DI ACCESSO ALLA DIMORA STORICA
“Porta grande di ingresso, in arco di cotto con spalle di vivo”

I primi documenti che testimoniano dell’esistenza di Villa Casati risalgono alla metà del ‘500 e descrivono un’architettura ben più importante delle povere case di contadini residenti nella zona, ma non ancora con le fattezze stilistiche attuali.

Osservando attentamente la mappa catastale del 1722 redatta dal geometra Giacomo De L'Amy, è possibile osservare come la Casa da Nobile dei conti Casati non fosse quella che siamo abituati ad osservare oggi se non in parte. Infatti quell’edificio venne profondamente modificato negli anni a cavallo del 1800 quando fu realizzato, demolendo l'esistente, un nuovo corpo di fabbrica in stile neoclassico, conservando dell'originale soltanto l'antistante corpo, il cosiddetto “avancorpo”.

Tale trasformazione avvenne per desiderio di Agostino Casati, che avendo visitato Vienna, volle trasformare l’umile abitazione in una “Villa di delizia” dall’indubbio pregio architettonico e per questo affidando la progettazione all’architetto viennese Leopoldo Pollach, che a quell’epoca lavorò molto per la nobiltà di Milano.

Probabilmente l’idea di Leopoldo Pollach era quella di demolire tutto il vecchio edificio per realizzare una costruzione isolata nel verde, tipica delle “ville di delizia” ottocentesche ma probabilmente tali modificazioni architettoniche avvennero per fasi e, causa anche la sua morte, parte dell’edificio cinquecentesco rimase intatto innestandosi quale “avancorpo”.

Oggi risulterebbe impossibile descrivere l'antico fabbricato cinquecentesco, se presso l'archivio di Stato di Milano non fosse stata reperita una dettagliata descrizione della Casa da Nobile anteriore alla trasformazione neoclassica. È un atto di divisione delle "comuni sostanze" rogato dal notaio Giorgio de Castillia il 13 febbraio 1788 tra i due fratelli Gaspare ed Agostino Casati, figli di Gabrio morto l'anno precedente. In tale testamento, la stima e divisione dei beni stabili di ragione libera, dei Nobili signori Fratelli Casati compiuta da Angelo Paolo Rigamonti Carpano dal 17 gennaio al 18 marzo 1787, contiene una dettagliata descrizione di tutti i beni compresa la “Villa padronale”. In effetti la Villa doveva apparire a quell’epoca di dimensioni ridotte rispetto all'attuale, direttamente collegata agli altri edifici che formavano la Corte Rustica e soprattutto d'aspetto meno appariscente.

La descrizione è molto minuziosa e da subito indica che si accedeva alla residenza padronale attraverso l'arco che ancora oggi segna l'ingresso alla Villa.

Ecco come veniva descritto nel 1787: “Qual casa consiste come resta in seguito descritta. Porta grande di ingresso verso strada dalla parte di Mezzogiorno, in arco di cotto con spalle di vivo alla destra della quale andando verso Tramontana vi è Corte civile ed un civile Portico in soffitto sostenuto da cinque colonne di vivo. […]”

Nei secoli la Villa neoclassica fu vissuta dai nobili Casati che attraversarono e vissero in prima persona le vicende del Risorgimento sino a giungere all’Unità d’Italia, per essere poi lasciata in disparte nella prima metà del ‘900, quando fu frazionata in appartamenti ed affittata a più inquilini, sotto la custodia di un fattore che ne curava anche le rendite terriere.

Ormai fatiscente, la Villa neoclassica con il suo giardino all’inglese fu acquistata nel 1974 dall’ultima erede Annamaria Casati Stampa di Soncino, dal Comune di Muggiò per destinarla a sede istituzionale. In seguito al restauro conservativo, seguito dall’architetto Alberto Ferrari di Milano conclusosi nel 1982, la Villa fu adibita a sede del Municipio di Muggiò, divenendo “patrimonio pubblico”.

In precedenza la sede municipale di Muggiò si trovava in via San Rocco in un piccolo palazzo di colore giallo ocra all’origine e successivamente ridipinto in rosso mattone, ed era anche sede delle scuole elementari. Sopra il portone d’ingresso vi era un balcone con balaustra in cemento pieno tinteggiata di bianco sulla quale campeggiava la scritta di colore nero in stampato maiuscolo “MUNICIPIO”.

Fino al 1963 fu quella la sede istituzionale cittadina ma con l’incremento demografico non fu più sufficiente ad assolvere il suo compito così si rese necessario il suo trasferimento in un grande appartamento in via XXV Aprile. Fu quella una collocazione transitoria ma necessaria anche perché il vecchio Municipio fu demolito per lasciare spazio alla costruzione della nuova scuola media cittadina, ancora oggi lì situata ed ora intitolata a “Carlo Urbani”.

L’acquisto dunque della Villa Casati fu l’occasione per adibirla a prestigiosa sede municipale e, da subito, con il restauro sulla “Porta grande di ingresso, in arco di cotto con spalle di vivo” fu dipinta la scritta in colore nero ed in stampato maiuscolo “MUNICIPIO”, forse anche a memoria della vecchia sede di via San Rocco.

A distanza di più di 40 anni dal restauro conservativo di Villa Casati, la scritta “MUNICIPIO” sul portale di ingresso appariva sgretolata e parzialmente non leggibile, restituendo un’immagine non decorosa per quella che è la sede istituzionale cittadina.

L’assessorato al Patrimonio Storico di concerto con la Soprintendenza ai Beni Culturali, è intervenuta con il rifacimento della scritta “MUNICIPIO” riproponendo la tecnica della pitturazione su fondo di colore bianco, utilizzando il “carattere arial” in stampato maiuscolo ( MUNICIPIO ) carattere ingentilito e più leggibile rispetto all’attuale, proponendo la colorazione per la scritta che riprende la tonalità del profilo in mattone che delimita superiormente la scritta.

BIBLIOGRAFIA

  1. Oldrini - E. Radaelli - L. Corato “Muggiò storia arte cultura” - MCG Ezio Parma Editore - Sesto San Giovanni 1994
  2. Merati “Muggiò La Storia e le Persone” - Mondo Edizioni s.r.l. - Milano 2009


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